martedì 20 gennaio 2015

L' IMPORTANZA DEL TETTO VENTILATO


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Nel nostro post #perchè conviene riqualificare la casa abbiamo preso atto che gli interventi più efficaci e risolutivi per ottimizzare il risparmio energetico sono rivolti a:

1. La coibentazione di solai e coperture (tetto ventilato) che contribuiscono per il 36%
2. Il cappotto termico che contribuisce per il 18,3%
3. Le caldaie a condensazione che contribuiscono per il 24%
4. Il solare termico che contribuisce per il 15,6%
5. Gli infissi che contribuiscono per il 5,9% 


In inverno il 70% del calore prodotto per il riscaldamento viene disperso dal tetto, se la copertura non è ben coibentata.
In estate il 65% del calore ambientale proviene dal surriscaldamento del tetto
.

Al fine di determinare la tecnologia più adeguata per la progettazione di una copertura, le norme UNI 94600 e UNI 8178 hanno identificato nella copertura ventilata il sistema che dal punto di vista igrometrico dà le migliori garanzie di buon funzionamento, poiché lo strato di isolante termico permette di raggiungere il valore richiesto di resistenza termica globale, mentre lo strato di ventilazione elimina i fenomeni di condensa, prima causa di deperimento del materiale isolante, ed espellendo dal colmo il calore accumulato dal manto di copertura, incrementa le caratteristiche dell’isolante, aumentando lo sfasamento termico.

Per facilitare la lettura ai non addetti ai lavori, definiamo alcuni dei termini più usati:

Trasmittanza termica: (indicata con U) misura la quantità di calore scambiato da un materiale per unità di superficie e unità di differenza di temperatura e definisce la capacità di un elemento nello scambiare energia, ovvero l'inverso della capacità isolante di un corpo. Si misura in W/m2K.

Sfasamento: ( φ ) è l'arco di tempo che impiega l'onda termica a fluire dall'esterno all'interno attraverso un materiale edile. Maggiore è lo sfasamento, più lungo sarà il tempo di passaggio di calore all'interno dell'edificio.

Attenuazione: è il rapporto tra la massima oscillazione termica fra la parte interna ed esterna della copertura.

Monitoraggi eseguiti a proposito dimostrano che la sola ventilazione abbatte il calore trasmesso fino al 40%, ed incrementa l’effetto dello strato di isolante con una riduzione della temperatura estiva negli ambienti sottostanti di 8-10° C.

NORMATIVE EUROPEE RICONOSCONO CHE LA SOLA VENTILAZIONE MIGLIORA LA PRESTAZIONE ESTIVA DI ALMENO 2 ORE DI SFASAMENTO 
  • elimina le condense 
  • diminuisce il surriscaldamento estivo 
  • aumenta lo sfasamento termico
VERIFICA DELLA CONDENSA
Nell’analisi della copertura è importante verificare il trasferimento di aria e di umidità. La condensa puo’ generare la formazione di muffe e spore, accelera il degrado e diminuisce il potere isolante dei materiali.
.Grazie a una corretta ventilazione e all’utilizzo di materiali idonei disposti in strati funzionali corretti, è possibile eliminare la condensa o ridurla alla quantità rievaporabile limitata, secondo la norma vigente (UNI EN 1378).


La corretta progettazione viene verificata con il diagramma di GLASER (caratteristica dei materiali in rapporto con la pressione parziale e di saturazione dell’aria) 

STRATIGRAFIA TETTO VENTILATO IN LEGNO












PROTEZIONE PASSIVA AL FUOCO

Tra gli altri vantaggi il comportamento in caso d’incendio è senza dubbio uno dei più importanti. Sotto l’azione del fuoco, il legno brucia lentamente e in modo uniforme, lo strato di carbonizzazione che si forma sull’elemento, essendo un pessimo conduttore di calore, ritarda il processo di combustione ed evita lo sviluppo in profondità.
Quindi, al fine di determinare il giusto carico incendio, è sufficiente, in fase di progetto, predisporre un sovradimensionamento in base alla resistenza al fuoco richiesta (secondo UNI 9504: legno massiccio 0,9 mm/minuto; lamellare 0,7 mm/minuto).

Non basta parlare di tetto ventilato, sono due i tipi di "circolazione d'aria" attivabili nel tetto:

Microventilazione (sottotegola) e macroventilazione (sottomanto)

La microventilazione è quella che deve circolare fra i coppi e le tegole, e risulta indispensabile per smaltire od evitare il ristagno di umidità dovuti alla porosità dei prodotti, a condensazioni, ad infiltrazioni, etc. e diminuisce gli shock termici in quanto tende ad eliminare le differenze di temperatura fra il di sotto e il di sopra delle tegole. Per realizzare questa microventillazione si ricorre, generalmente, alla posa delle tegole su una listellatura semplice di legno facendo attenzione ad interrompere la continuità delle file parallele dei listelli.

La macroventilazione
sottomanto si attiva invece fra la tegola e lo strato isolante e, oltre a collaborare con la microventilazione, svolge un'azione particolare in rapporto alle diverse condizioni climatiche.



In estate I'aria esistente nello strato sotto le tegole si riscalda per l'effetto dell'irraggiamento solare e crea una corrente ascensionale verso I'alto. L'aria calda esce dagli sfiati posti sulla linea del colmo richiamando aria più fresca dalle aperture di gronda. In questo modo il soffitto mantiene una temperatura uguale o di poco superiore a quella interna . E' ovvio che, se le uscite d'aria non risultassero "libere", si creerebbe un tappo che ostacolerebbe ogni circolazione.
In inverno invece, la camera di ventilazione costituisce un'efficace intercapedine tra l'interno e l'esterno della casa, mantiene il materiale isolante sempre arieggiato ed asciutto evitando che si creino condense, gocciolamenti e muffe.

  • La macroventilazione si attiva con la posa delle tegole su una "doppia listellatura" di legno, oppure si utilizzano dei pannelli isolanti sagomati che avviano od aiutano questo tipo di ventilazione. Il movimento dell'aria (con diverso grado e fino a determinati valori) è direttamente proporzionale alla temperatura esterna, alla pendenza della falda e allo spessore dell'intercapedine di ventilazione. 
  • E' comunque dimostrato che anche la sola presenza della doppia listellatura consente un movimento ascendente dell'aria fino a 0.4 m/sec.; ulteriori valori si riscontrano sollevando ancora di più le tegole fino ad avere un'intercapedine teorica di circa 10 cm.
Ovviamente certe dimensioni (si aggiunga lo strato isolante, la struttura ed il manto di copertura) comportano spessori eccessivi difficilmente realizzabili, se non altro per motivi estetici: alcuni particolari tecnologici di tetti ventilati realizzati con pezzi speciali, lamiere forate, profili sagomati, etc.
Questi metodi, che hanno ogni validità, risultano però eccessivamente complicati e soprattutto richiedono un forte grado di competenza e specializzazione da parte delle maestranze.

SOTTOTETTO NON ABITABILE

Quando il sottotetto non è abitabile, E' sufficiente assicurare una ventilazione trasversale e verticale (sfiati nelle parti alte della copertura) del volume sottotetto e coibentare il solaio orizzontale per isolare termicamente i locali dell'alloggio sottostante, evitando ovviamente muri di sostegno che creerebbero un ponte termico. Se la soffitta non ha le finestrelle nella muratura perimetrale sottogronda, devono essere installate griglie di areazione contrapposte.


SOTTOTETTO ABITABILE
 
Quando il sottotetto, è invece abitato, è necessario assicurare la ventilazione fra le tegole ed i pannelli isolanti. La circolazione dell'aria dalla gronda verso il colmo, abbassa la temperatura della falda migliorando il comfort dei locali sottotetto nei mesi caldi. Nei mesi freddi, invece, si eliminano (o si neutralizzano) gli effetti prodotti dalla tensione del vapore prodotto dall'ambiente interno, lasciando la falda e l'isolante sempre asciutti.

Biocostruttori Riuniti

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