venerdì 20 marzo 2015

CAPPOTTO O TUTA SPAZIALE ?



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 Come isolare termicamente la nostra abitazione ed   eliminare l'umidità.

 In Italia, escludendo l'Alto Adige ed alcune aree del nord, c'è ancora poca sensibilità rispetto all'isolamento termico, al risparmio energetico, e spesso manca la cultura per costruire case efficienti ed ecologiche.

Abbiamo recepito nuovi criteri costruttivi che tengono in considerazione la necessità di coibentare l'involucro edilizio, ma la scelta dei materiali è spesso dettata dalle Aziende che li forniscono. 
Sono loro che danno informazioni, formano le maestranze organizzando corsi e seminari a cui partecipano anche i tecnici per fruire dei crediti formativi, ed alla fine succede che il progettista si fa fare la stratigrafia da chi vende il materiale, di solito di origine sintetica.
Questo spiega il perchè i materiali derivati dalle nanotecnologie, che non vengono distribuiti dalle solite multinazionali, sono poco conosciuti anche dai progettisti.


  • COME SCEGLIERE I MATERIALI E QUALI RISCHI COMPORTA UNA STRATIGRAFIA SBAGLIATA
Dobbiamo innanzitutto osservare tre regole:
  1.  evitare strati di sbarramento al passaggio del vapore verso l’esterno; 
  2.  evitare l’isolamento dall’interno perchè la temperatura nella stratigrafia scende rapidamente e quindi si raggiunge la temperatura di rugiada con formazioni di condensa dietro la coibentazione (condensa interstiziale) e possibile formazione di condensa superficiale.
  3. utilizzare coibenti "traspiranti" con una bassa resistenza al passaggio del vapore. Il muro è come la pelle: deve "respirare".

 



 
 

  Le condense superficiali

I fenomeni di superficie consistono sostanzialmente nella proliferazione di colonie fungine, e nei casi estremi, anche nella condensazione d’acqua sulla superficie interna dell’involucro.
Il problema nasce quando in un punto dell’involucro edilizio si viene a creare una temperatura inferiore rispetto alle aree circostanti, tale situazione può essere dovuta ad esempio al cattivo isolamento o ad un’errata installazione dei serramenti. Se la temperatura in quella zona è inferiore alla temperatura di rugiada alle corrispondenti condizioni interne di umidità relativa, è molto probabile che in quelle zone si presentino le condizioni ottimali per la creazione di condensazioni superficiali.
Il vapore presente nell’aria interna della stanza, venendo a contatto con la parete fredda si trasforma, portando a cambiare il suo stato (da gassoso a liquido). A parità di altri fattori, la germinazione e lo sviluppo delle spore fungine sui componenti porosi, risultano tanto più rapide quanto più elevata è l’umidità relativa dell’aria locale.
La soluzione  in questi casi è sicuramente la correzione dell’isolamento termico al fine di mantenere la temperatura superficiale interna superiore al punto critico di rugiada.




 Le condense interstiziali

I fenomeni di condense interstiziali si presentano prevalentemente durante l’inverno e gli effetti negativi possono determinare un degrado dei rivestimenti, una migrazione dei fluidi presenti nei componenti edilizi con la relativa formazione di efflorescenze saline o subflorescenze.
Questo fenomeno si presenta quando il vapore presente nell’aria tende a spostarsi dall’ambiente con una pressione di vapore più alta (normalmente quello interno) verso l’ambiente a bassa pressione di vapore. La legge di Fick descrive perfettamente questa migrazione, analizzando come la struttura esterna dell’edificio venga attraversata da un flusso di vapore.
Si parla quindi di condensa interstiziale quando un flusso di vapore, attraversando la stratigrafia della struttura trova le condizioni per condensare nell’interfaccia tra uno strato e l’altro.
In presenza di tali casi non è riscontrabile una soluzione generale ma è fondamentale risalire alla composizione esatta della struttura dove avviene la condensazione e cercare di rispettare queste due regole:
• Posizionare il più possibile verso l’interno dell’ambiente gli strati a più alta resistenza al passaggio del vapore;
• Posizionare il più possibile verso l’esterno gli strati con la più alta resistenza termica.
Il primo punto aiuta a ridurre la quantità di vapore che raggiunge gli strati più esterni e quindi più freddi del componente opaco. Il secondo punto serve per mantenere la temperatura dei vari strati interni più alta, in modo che il vapore, mentre li attraversa, non vada incontro a zone fredde e quindi possa condensare.
Va detto però che tramite strumenti come il diagramma di Glaser è possibile studiare soluzioni diverse, permettendo gradi di libertà molto variabili, anche non rispettando queste due regole.


  •   QUALI SONO DUNQUE I COIBENTI DA PREFERIRE ?

Tutti i materiali isolanti hanno una loro giustificazione per campi di applicazione specifici.

La scelta dei singoli materiali dipende dall'uso per cui sono destinati, dal tipo di costruzione e dalle preferenze di committenti e progettisti.

Una cosa è certa, in materia di isolamento termico non si ammettono improvvisazioni. Il fai da te senza conoscenza tecnica è deleterio con rischi di fare dei danni all’edificio.

La stratigrafia va studiata da un tecnico specializzato.

Solo come "aiutino"  riportiamo una tabella in cui vengono elencati i materiali comunemente usati.

Ci siamo limitati ad indicare i valori di conduttività termica ʎ, e di resistenza alla diffusione del vapore µ

Legenda: 

 - maggiore è il valore di ʎ, meno isolante è il materiale

 -  maggiore è il valore di µ, meno vapore passa attraverso il materiale (i valori migliori vanno da 1 a 10)

ORIGINE Materiale isolante Conduttività Resistenza SPESSORE RIFLETTANZA


termica alla diffusione cm.



ʎ in W/mK del vapore acqueo





µ










FIBRA DI LEGNO 0,038 – 0,040 3 – 10 9,5 – 10

VEGETALI SUGHERO 0,038 – 0,050 5 – 10 9,5 – 12,5


FIBRA DI CELLULOSA 0,038 – 0,042 1 – 2 9,5 – 10,5


FIBRA DI KENAF, CANAPA, LINO 0,038 – 0,042 1 – 2 9,5 – 10,5

ANIMALI LANA DI PECORA 0,038 – 0,043 1 – 2 10 – 10,7


VERMICULITE, PERLITE ESPANSA 0,047 – 0,070 5 – 8 11,7 – 17,5

MINERALI LANA DI VETRO, LANA DI ROCCIA 00.04.00 1 – 5 10


VETRO CELLULARE 0,040 – 0,050 stagno al vapore 10 – 12,5


FIBRA DI POLIESTERE 0,038 – 0,045 8,7 – 11,2 8,7 – 11,2


POLISTIROLO ESPANSO (EPS) 0,031 – 0,038 20 – 80 7,7 – 9,5

SINTETICI POLISTIROLO ESTRUSO (XPS) 0,035 – 0,038 100 – 300 8,7 – 9,5


POLIURETANO (PUR) 0,026 – 0,032 30 – 100 6,2 – 8


RASANTE TERMICO 0,042 – 0,044 3 – 5 5 – 20


AEROGEL 0,013 5 0,5 – 1,0

NANOTECH. RASANTE TERMICO RIFLETTENTE 0,000985 5 0,3 – 0,4 85%

VACUNANEX 0,004 – 0,008
1,0



  •  Come si evince dalla tabella, i coibenti di origine naturale hanno delle caratteristiche di trasmittanza allineati a quelli di origine sintetica, ma sono di gran lunga superiori quanto a traspirabilità e garantiscono l'assenza di condensa che porta al degrado del potere isolante dei materiali e dell'intera struttura.

  • Un discorso a parte meritano gli isolanti derivati dalle nanotecnologie: quanto a trasmittanza sono tutti prossimi allo zero pur con spessori minimi (si tratta di millimetri, non di centimetri) rendendoli particolarmente indicati per ristrutturazioni e per applicazione all'interno degli edifici, mentre il valore di riflettanza del  #Rasante Termico Riflettente dà a questo prodotto una valenza di eccezionalità giacchè non solo isola dal caldo, ma riflette il calore prodotto all'interno dell'abitazione e, se applicato all'esterno, riflette le radiazioni solari contribuendo al raffrescamento estivoE' questa la tuta spaziale !

  • Meglio il legno del cemento

 «Se si vuole contribuire al benessere del mondo bisogna cominciare a mettere a posto la propria casa» Gandhi.

Tratto dall’interessante articolo di Gabriele Bindi di AAM TERRA NUOVA:
Il legno è in assoluto il miglior materiale da costruzione oggi disponibile ed è soprattutto il miglior materiale per l’architettura sostenibile.

 I tre porcellini:
Il nostro immaginario sulla casa però è ancora molto legato al mattone. Tutti conosciamo la storia dei tre porcellini che volevano costruirsi la propria casetta al sicuro dal lupo, capace di buttar giù i muri con un soffio. A spuntarla fu il porcellino grande, che al posto della paglia e del legno scelse di costruirsi la casa in mattoni. Il lupo cattivo forse oggi non esiste più, ma quanti ancora si rifugiano più o meno simbolicamente nel mattone?
 Case con intelaiatura in legno: vista dall’esterno la casa è pressoché identica alle altre abitazioni vicine. A colpire è la perfetta regolazione climatica (a termosifoni spenti!) e la soddisfazione di chi ci abita.
Dietro al boom del mattone forse c’è la spiegazione di tutto il nostro finto benessere dagli anni Sessanta in poi: il desiderio e l’illusione di erigere roccaforti contro la voracità del tempo che tutto cancella. Con il risultato che adesso quelle case ci sembrano brutte e ingombranti.

 Il legno al contrario ci riporta ad un’altra dimensione del vivere e dell’abitare. È materia viva che respira insieme a noi e che ci permette di reintrodurre nelle nostre case un po’ di quella natura che abbiamo lasciato fuori. Mette in equilibrio il livello d’umidità dell’aria interna e agisce come filtro rilasciando nell’ambiente aria rigenerata. Riduce l’inquinamento elettromagnetico, le polveri e l’elettrosmog. Insomma i benefici abitativi sono molteplici e percepibili ai sensi.
Vivere il legno oggi non è solo una scelta velleitaria, ma uno stile di vita sostenibile. Il legno racchiude in sé l’energia immagazzinata nel corso di tutta la vita dalle piante da cui è tratto, le quali assorbono incessantemente anidride carbonica.

 Più sostenibile del cemento:
Mentre la produzione di un metro cubo di componenti in legno pronti per il montaggio richiede dagli 8 ai 30 kWh, per il cemento il fabbisogno sale a 150-200 kWh, per l’acciaio 5-600 e l’alluminio addirittura 800 kWh.
Il confronto di prestazioni in termini di isolamento è impietoso. «Per ottenere lo stesso valore di isolamento termico per una parete in legno di 10 cm un muro di mattoni dovrebbe avere uno spessore di 54 cm. Se si ha a che fare con una casa di 100 m2 lordi questo risparmio di materiale si traduce in un guadagno di volumetria di circa 7-8 m2». I tre porcellini questo forse non lo sapevano.

 Come tutti i materiali vivi il legno è deperibile. Verissimo.
In Germania una ricerca realizzata dalla Technische Universität di Braunschweig ha dimostrato che una casa in legno che adotta accorgimenti adeguati ha una durata minima di 100 anni, del tutto equiparabile alle case costruite con materiali più massicci. Una casa con intelaiatura lignea ed intonaco esterno non ha bisogno di alcuna manutenzione, solo nel caso si adoperino dei rivestimenti esterni in legno.

Il legno non marcisce per umidità, ma per condensa: quindi risulta importante la posa di materiali traspiranti che consentono il passaggio del vapore e la sua rapida evacuazione.

Per le case prefabbricate in legno tutti questi problemi tecnici sono già risolti in fase di progettazione.
  1. Edificare in legno è un investimento pulito e sostenibile. Per realizzare un edificio in legno si utilizza un materiale rinnovabile, abbondante e proveniente da foreste certificate. Un materiale che immagazzina CO2 e quindi contribuisce a salvaguardare il clima. Un materiale che grazie alle sue naturali qualità isolanti permette di riscaldare e raffreddare gli edifici con pochissima energia. 
  2. Grazie alle nuove tecniche di prefabbricazione è possibile passare in pochi mesi dalla fase progettuale alla consegna dell’edificio in legno “chiavi in mano”, con un perfetto controllo dei tempi di cantiere e la certezza dei costi preventivati. Quasi una rivoluzione.
  3. Le costruzioni in legno sono particolarmente sicure in caso di sisma perché il legno è un materiale leggero, elastico ma resistente.
  4. Il legno brucia in modo lento, costante e prevedibile, senza crolli improvvisi, garantendo quindi in caso di incendio la sicurezza necessaria all’evacuazione controllata dell’edificio.
  5. Il luogo comune che un edificio in legno non duri nel tempo è smentito dai molti esempi di edifici storici tuttora in perfetto uso in tutto il mondo (dai Templi di Kyoto fino al Ponte del Palladio). Se ben concepito, realizzato e isolato dagli agenti esogeni, un edificio in legno vive intatto per secoli. 

       Biocostruttori Riuniti
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